«La Muracca», quanta bontà dalla frutta
L'azienda agricola si trova a Borgonuovo, nei pressi del parco delle Cascate.
Ha trasformato una zona incolta, abbandonata per più di quarant’anni, in un’area destinata alla coltivazione di frutta e all’apicoltura. E a otto anni dall’inizio di quest’attività Alberto Bellomi, nato nel 1992, lo può dire forte: la scommessa de “La Muracca” di Piuro è stata vinta. Il giovane valchiavennasco, dopo il diploma da geometra e gli studi in ingegneria, ha deciso di puntare sull’agricoltura nei pressi del parco delle cascate dell’Acquafraggia, affiancando la madre Luisella Sandalini nella gestione della piccola azienda di famiglia. Un lungo e impegnativo lavoro di ripristino di un appezzamento situato tra la Valle Drana e il Pian della Giustizia ha permesso di piantare alberi da frutta. «Il nome della nostra azienda deriva da questi antichi muri in sasso, “murac” nel dialetto locale, che un tempo venivano utilizzati dalle persone attive nella coltivazione di questi terreni alluvionali, per bonificarli – racconta Bellomi, nato nel 1992 e residente a San Giacomo Filippo -. Abbiamo dedicato la nostra produzione ai frutti di bosco - alcune varietà di mirtilli, more, lamponi e ribes - e ad altre piante da frutto come mele, pere, ciliegie e pesche. Abbiamo riscoperto anche alcuni prodotti che un tempo venivano raccolti laddove crescevano spontaneamente: la rosa canina, il tarassaco e il sambuco sono alcuni esempi. Senza dimenticare le bacche di goji».
Visto che non si tratta di una coltivazione di tipo intensivo, Bellomi limita il più possibile i trattamenti, utilizzando solo in caso di necessità sostanze di origine naturale, consentite anche nell’ambito dell'agricoltura biologica. «Non usiamo diserbanti, preferiamo optare per la pacciamatura e il taglio dell'erba - aggiunge -. Otteniamo così un prodotto a volte non esteticamente perfetto, ma sicuramente buono e sano». Oltre a occuparsi della vendita di prodotti freschi, Alberto Bellomi nel laboratorio di San Giacomo Filippo produce confetture, succhi e sciroppi, come nel caso del sambuco, che nella tradizione popolare viene chiamato “l'aspirina vegetale” per l'effetto sudorifero che provoca il suo infuso di fiori e viene usato in calde tisane per combattere il raffreddore, l'influenza e i reumatismi. Nell’area de “La Muracca” ci sono anche degli alveari. «Siamo partiti con quattro, adesso siamo a quota venti - racconta Alberto Bellomi -. L’importanza delle api non è legata soltanto alla produzione di miele, ma soprattutto alla difesa della biodiversità della nostra zona. Non essendo presenti nella nostra valle coltivazioni intensive, anche la qualità di vita delle api è più sana. Questo ci permette di poter contare su dei prodotti di qualità anche dal punto di vista organolettico».
Tratto da La Provincia di Sondrio