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Gli scavi di Piuro

Sulla sponda orografica destra, nella frazione di Sant’Abbondio, accanto all’omonima chiesa, è collocato il Museo degli scavi di Piuro, che raccoglie reperti delle varie campagne di scavo coordinate dall’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro (www.piuroitalosvizzera.net). Tale associazione fu costituita nel 1961 a Berna con lo scopo di valorizzare la storia del borgo tramite attività di scavi. Tra gli oggetti esposti nel piccolo museo ci sono spade, monili e oggetti liturgici, stemmi gentilizi, olle e laveggi in pietra ollare e tratti di acquedotto. Nella cappellina all’ingresso è esposta la campana fusa nel 1598 da Giovanni Enrico di Lorena, che apparteneva alla chiesa sepolta di Santa Maria di Piuro e rinvenuta nel 1639. 

scavigiugno1963

Nel Museo sono esposti i reperti delle campagne di scavo archeologico promosse tra il ’63 (nella foto) e il ’66 e poi nel 1988. Negli scavi del '88 furono ritrovate centotrenta monete in metallo prezioso databili tra il 1253 e il 1618 e un tratto di acquedotto in pietra ollàre. Le monete vennero alla luce durante lavori di arginatura del fiume Mera, in località San Michele: si tratta di pezzi in lega rame e argento, monete d’oro ungheresi, ottomane, francesi, veneziane e d’argento. Furono coniate prevalentemente dalle zecche di Venezia e Coira, Milano, Venezia, Metz, Firenze, Hadelstein, Meddersheim, a testimonianza della vivacità dei traffici commerciali che attraversavano Piuro al tempo. 

A Borgonuovo è possibile scorgere testimonianze di quello che un tempo fu il fiorente borgo di Piuro: l’attuale abitato, sorto a metà XIX secolo, si trova sulla sponda destra. Poco oltre il ponte che attraversa la Mera si trova l’area archeologica relativa agli scavi del ’63 e del ’66: il sito permette di comprendere meglio i luoghi e le dinamiche della frana. È possibile osservare una parte dell’antica strada che scendeva al fiume, sulla quale furono rinvenuti quattro scheletri umani, muri di edifici e probabili tracce di un’officina di tornitura. 

Nel 2005 sono iniziati i lavori di recupero dell’area attorno ai resti di un edificio che si affaccia sulla pista ciclo- pedonale che costeggia il fiume. Il fabbricato, in località Belfòrt, si trova verso la fine della frazione di Borgonuovo, in direzione di Santa Croce e, proprio a causa della sua posizione liminare, non è andato completamente distrutto dalla frana. Sulla base dei resti e dei manufatti rinvenuti pare si trattasse di un grande palazzo appartenente a una delle famiglie più ricche dell’antica Piuro. Belfòrt è stato recuperato con campagne di restauro degli ultimi anni ed è oggi è luogo suggestivo di rappresentazioni teatrali e concerti estivi organizzati dall’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro.

Le campagne di scavi archeologici avviate nel 2016 hanno indagato principalmente questa aree, ma hanno anche rivisto, alla luce delle nuove tecniche di studio, le operazioni degli anni '60 dello scorso secolo condotte dagli svizzeri. In particolare le ricerche condotte dagli archeologi dell'Università di Verona, coordinati dal professor Fabio Saggioro, si sono concentrate sulla zona di Belfort e sul Mot del Castel. Le attività hanno permesso di recuperare monete e oggetti in pietra ollare, ma anche di osservare la stratificazione del terreno e scoprire aspetti interessanti della storia di Piuro dal Decimo secolo in poi. 

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